Tucci, Giuganino e la collezione dell’IsMEO

ll Museo è stato fondato grazie ad un accordo tra il Ministero della Pubblica Istruzione e l’Istituto Italiano per il Medio ed Estremo Oriente, che vi ha depositato le proprie raccolte artistiche e archeologiche, provenienti principalmente dalle esplorazioni di Giuseppe Tucci in Tibet, nonché dagli scavi condotti dall’Istituto a Shahr-i Sokhteh in Iran, a Ghazni in Afghanistan e nella valle dello Swat, in Pakistan.

Le collezioni sono state successivamente allargate grazie a donazioni ed acquisti. Presso il Museo sono in funzione una biblioteca specializzata, un archivio fotografico ed un Servizio di bioarcheologia.

Nel percorso geografico vengono presentate le collezioni che, dal nucleo originale e dalle acquisizioni successive, sono rappresentative del: Vicino e Medio Oriente Antico, dalla protostoria, al periodo del ferro, agli Imperi (Achemenidi, Parti, Sasanidi). Archeologia e arte del mondo islamico. Gandhara, le aree dell’antico Nord-Ovest indiano. Tibet e Nepal. India. Cina. Giappone. Corea e Vietnam.

Il Museo, che fu giustamente intitolato a Tucci nel 2005, è confluito nel 2016 nel Museo delle Civiltà; le collezioni sono state trasferite nella nuova sede dell’EUR da quella storica di Palazzo Brancaccio nel rione Esquilino. Il nuovo museo raccoglie le collezioni del Museo preistorico etnografico Luigi Pigorini; del museo delle Arti e tradizioni popolari Lamberto Loria; del museo dell’Alto medioevo Alessandra Vaccaro; del museo d’arte Orientale Giuseppe Tucci; del museo italo africano Ilaria Alpi (ex museo coloniale).  Un’operazione che personalmente non approviamo, avendo sperimentato per un trentennio la magia di quelle sale che sono anche legate alla storia della Societas Iranologica Europaea e della Società Italiana di Storia delle religioni, ma di cui comprendiamo le ragioni legate a motivazioni soprattutto di carattere economico. 

E’ stato però con vera costernazione che abbiamo letto l’intervista dell’attuale  direttore del Museo delle Civiltà di Roma, Andrea Viliani, specialista di arte contemporanea. In essa, insieme ad ad altre affermazioni discutibili su rapporto tra passato e contemporaneità (di sudditanza del primo verso la seconda), e a sconvolgenti progetti di antistoriche ristrutturazioni nel quadro di una visione personalistica ossequiosa a fallaci mode intellettuali postmoderne e postcoloniali  (“i musei antropologici stanno diventando un caso-studio nella museologia contemporanea, in quanto hanno separato e classificato in modo disuguale intere culture, attraverso l’invenzione di categorie come quelle del ‘primitivo’ e dell’’alterità’, funzionali alle narrazioni eurocentriche e, più in generale, occidentali, divenendo produttori di conoscenze dominanti, fuorvianti ed escludenti”) che puntano a una “trasformazione, o addirittura appunto abrogazione del museo, almeno per come lo conosciamo”, con “un’attenzione all’utilizzo accurato delle parole” (ad es. il termine patrimonio andrebbe sostituito con …matrimonio), e a una riforma del linguaggio (“dismettere alcune [molte] parole, come la parola ‘orientale’ o l’abbinamento fra le parole ‘preistoria’ ed ‘etnografia’, e ripartire da nuovi alfabeti e nuove sintassi di ricerca istituzionale”), leggiamo che in ultima analisi si punta a  eliminare “le singole istituzioni museali indipendenti” per fare di questo museo amorfo il contenitore di un progetto antistorico e antiumanistico, appiattito su una concezione ideologica della storia e della memoria, espungendo i nomi e soprattutto l’eredità di coloro senza i quali i singoli  pezzi di questo museo-collage non sarebbero esistiti: Luigi Pigorini, Lamberto Loria e  GiuseppeTucci.  

Da: ISMEO <ismeo@ismeo.eu>

Date: ven 4 ott 2024 alle ore 09:47
Subject: Ciclo di incontri “Search’n’Talk” – G. Pra Floriani e D. Mazzeo “Verso un “Museo orientale:” Tucci, Giuganino e la collezione dell’IsMEO”
To: soci <soci@ismeo.eu>

Biblioteca Nazionale Centrale di Roma e ISMEO

 presentano

la seconda giornata del ciclo di incontri Search’n’Talk

Giulia Pra Floriani (Heidelberg University) in dialogo con Donatella Mazzeo (già direttrice MNAOr)

Verso un “Museo orientale:” Tucci, Giuganino e la collezione dell’IsMEO

Giulia Pra Floriani ripercorre la storia della collezione d’arte dell’Istituto italiano per il Medio e l’Estremo Oriente (IsMEO) tra il 1936 e il 1957, in relazione a due figure chiave nella sua realizzazione: lo storico delle religioni Giuseppe Tucci e il collezionista di arte cinese Alberto Giuganino. Attraverso la ricostruzione della provenienza di una selezione di oggetti oggi preservati al Museo delle Civiltà (in cui è confluito nel 2016 il Museo Nazionale d’Arte Orientale), si apre una riflessione sul ruolo di individui come Tucci e Giuganino nel concepire un immaginario che ha caratterizzato, e in parte ancora caratterizza, la conoscenza degli studiosi e del pubblico italiano delle culture dell’Asia. Segue una discussione con Donatella Mazzeo, già direttrice del Museo Nazionale d’Arte Orientale.

Domenica 13 ottobre 2024

ore 11:30

Biblioteca IsIAO – Sala delle Collezioni Africane e Orientali

Biblioteca Nazionale Centrale di Roma

Viale Castro Pretorio, 105

Per maggiori informazioni si prega di consultare la locandina in allegato.