Marisa Tortorelli Ghidini, Orfeo e il cigno

Marisa Tortorelli Ghidini, Orfeo e il cigno, Roma L’Erma di Bretschneider, 2022.

“Orfeo e il cigno” è un titolo d’ispirazione platonica, che rinvia all’episodio della metempsicosi in cigno dell’anima di Orfeo raccontato nella Repubblica. Un filo rosso nascosto, che attraversa – tanto nell’accezione positiva di raggiungere la conoscenza dell’origine celeste, quanto in quella negativa di sottrarsi all’infelice ruota delle rinascite – i saggi (editi e inediti) riuniti nel libro. L’approfondimento di tematiche connesse a Orfeo (sciamanesimo, dionisismo, pitagorismo) e al movimento che da lui prende nome, e l’esame della riproposizione orfica di nozioni e formule tradizionali rafforzano l’idea che l’orfismo sia un sistema di pensiero articolato ma organico, un mosaico in cui escatologia e teogonia si sostengono vicendevolmente segnando il passaggio da una teologia della Terra a una teologia del Cielo. Il percorso si estende alla visione tendenzialmente monogenetica della teogonia di Derveni, su cui è concentrata in particolare la critica odierna, e alla corrispondenza tra evoluzione del cosmo e sorte degli uomini, aprendo nuove prospettive alla definizione di “fede” orfica.

“Orpheus and the swan” is a Platonic-inspired title, which refers to the episode of the metempsychosis into a swan of the soul of Orpheus told in the Republic. A hidden red thread, which runs through (both in the positive sense of reaching the knowledge of the celestial origin, and in the negative sense of escaping the unhappy wheel of rebirth) the essays, published and unpublished, gathered in this book. The deepening of themes related to Orpheus (shamanism, Dionysism, Pythagoreanism) and the movement that takes its name from him, and the examination of the Orphic re-proposal of traditional notions and formulas reinforce the idea that Orphism is an articulated but organic system of thought, a mosaic in which eschatology and theogony support each other, marking the passage from a theology of the Earth to a theology of Heaven. The path extends to the tendentially monogenetic view of Derveni’s theogony, on which today’s criticism is concentrated, and to the correspondence between the evolution of the cosmos and the fate of mankind, opening new perspectives to the definition of Orphic “faith”.

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