Gianluca De Sanctis, Frontiera, INSCHIBBOLETH, Roma 2024
L’eredità dei Greci e dei Romani non comprende solo le tracce materiali della loro civiltà o gli splendidi frutti della loro arte e della loro letteratura: queste culture hanno consegnato all’Occidente anche un vocabolario per descrivere il mondo, catalogare le forme della vita associata, organizzare le avventure dell’intelligenza o la percezione del corpo e della natura. Ecco perché esplorare quel vocabolario signica per un verso guardare agli antichi da un osservatorio privilegiato, in grado di restituire l’immagine di una straordinaria esperienza storica, per l’altro riconoscere loro la funzione di interlocutori dei quali non possiamo fare a meno per pensare le grandi questioni del nostro tempo.
Gianluca De Sanctis insegna Storia Romana presso l’Università degli Studi della Tuscia e collabora con il Centro di Antropologia del Mondo Antico (centro AMA) dell’Università di Siena. È autore di diversi saggi dedicati alla storia e alla cultura di Roma antica. Tra le sue pubblicazioni: La religione a Roma (Carocci 2012), La logica del conne. Per un’antropologia dello spazio nel mondo romano (Carocci 2015), e Roma prima di Roma. Miti e fondazioni della città eterna (Salerno 2021).
In epigrafe: Frontiera: in geografia politica, linea immaginaria tra due nazioni, che separa i diritti immaginari dell’una dai diritti immaginari dell’altra.
A. Bierce, Frontiera, in Id., Dizionario del diavolo, SugarCo, Carnago 1995, p. 43 (ed. or., The Cynic’s Word Book, Doubleday, New York 1906).
In allegato si può leggere l’introduzione, con acute riflessioni contrastive tra i confini degli antichi e le frontiere dei moderni. Come è giustamente sottolineato, oltre ai 250.000 chilometri di frontiere nazionali (323 in totale), ad esse si devono aggiungere quelle culturali, religiose, linguistiche, etniche, in divenire continuo.